La mastoplastica riduttiva è l’intervento che consente di ridurre il volume del seno (può essere associata alla mastopessi se il seno è anche cadente).
La riduzione di volume del seno richiede invariabilmente una cicatrice circolare attorno all'areola (che spesso viene ridotta di diametro) e sempre anche una cicatrice verticale sotto l’areola mammaria, cicatrice verticale che può essere anche trasformata in una “L” cioè con una coda orizzontale che si dirige di lato verso l’ascella, od in una "T" cioè con una ulteriore coda orizzontale che si dirige verso il centro del torace.
Il tipo di cicatrice dipende dalla conformazione del torace della paziente e dalle dimensioni (grandezza) del seno.
Il tipo di cicatrice dipende anche dalla tecnica chirurgica che viene scelta per quella specifica paziente. Poichè stiamo parlando di un seno grande che deve essere ridotto, la tecnica verrà scelta in base al tipo di mammella (cioè la sua forma: a base larga od a base stretta) (la sua consistenza: a prevalenza grassosa o fibrosa) ed alle caratteristiche della paziente (forma del torace) ed alla consuetudine o no al fumo (che è il vero killer della microcircolazione).
In alcuni casi è possibile eseguire una (piccola) riduzione del volume mammario anche con un' unica cicatrice tutt'intorno all'areola.....dipende dal caso clinico, cioè dalla situazione clinica della specifica paziente.
Durata intervento | 3 - 5 ore |
Numero Interventi | 1 |
Durata Permanenza in clinica | 6 ore |
Totale Medicazioni | 2 |
Trattamenti Dopo l'intervento | massaggi individuali, come da istruzioni, a domicilio, per un mese. |
Ritorno al Sociale | 12 giorni |
Esposizione al Sole dopo | 40 giorni |
Introduzione Generale alla MASTOPLASTICA ADDITIVA, alla MASTOPLASTICA RIDUTTIVA, alla MASTOPESSI o sospensione.
La chirurgia del seno (additiva) (o riduttiva, con o senza sospensione) può migliorare le proporzioni e l’apparenza di una donna adulta: essa può essere una spinta tremenda al miglioramento della propria autostima.
Se la chirurgia del seno è disponibile ed accessibile praticamente a tutti, è importante sapere “perché” una donna richiede la chirurgia del seno: la chirurgia del seno non serve per riconquistare il proprio partner, né per combattere la depressione, né per fare carriera.
Invece, specie la Mastoplastica Riduttiva, è utile in casi estremi di dorsalgia e di alterata postura per causa di mammelle eccessivamente grandi, e perciò è utile per curare o prevenire l’aggravamento di vere “patologie” come quelle indicate.
Selezione delle candidate “in generale”.
Le migliori candidate per la chirurgia del seno, sono donne sane (anche e soprattutto psicologicamente) con un ben definito e “stabilizzato” (cioè non per moda del momento) desiderio di aumentare o ridurre le dimensioni delle proprie mammelle.
Questo deve essere acquisito da parte della donna (che deve esserne consapevole) e da parte del chirurgo (che se ne deve accorgere).
Tutte le potenziali candidate alla chirurgia del seno devono avere aspettative realistiche. Le procedure di aumento del seno risultano certamente in un miglioramento, ma non nella perfezione che la paziente immagina nella sua testa (e che spesso coincide con l'immagine del seno di qualche attrice cui si vorrebbe assomigliare!).
La perfetta “simmetria” delle mammelle è un esempio di aspettativa non realistica. La maggior parte delle donne ha mammelle asimmetriche e deve aspettarsi una asimmetria anche dopo la chirurgia. Infatti, esistono molte forme di asimmetria che sono misconosciute dalle pazienti stesse: è il caso delle mammelle tuberose (con forma allungata e base di impianto ristretta) che assomigliano ad un "cono gelato", od è il caso delle asimmetrie dovute a problemi ossei di sviluppo (la scoliosi, per esempio) che hanno provocato anomalie di sviluppo del torace (e, di conseguenza, della posizione delle mammelle). E' evidente che, comunque, molto può essere fatto da un chirurgo esperto.
Il Chirurgo di fiducia stabilirà se la chirurgia del seno è indicata per la paziente e stabilirà quale tecnica utilizzare.Sarà il Chirurgo Plastico, pur cercando di accontentare la paziente, a scegliere alla fine la procedura da usare, in base alla sua esperienza. Esiste infatti un rischio generico (imprescindibile) di ogni intervento chirurgico ed un rischio specifico di quell'intervento chirurgico in quella specifica paziente, e solo un chirurgo esperto sarà in grado di dare una giusta valutazione e dei giusti consigli.
E' fondamentale la considerazione che tutte le donne hanno un seno diverso l'una dalle altre: pertanto non sarà possibile eseguire un unico tipo di intervento per tutti i casi. Intendiamo dire che è meglio fuggire dal chirurgo che dice di operare tutte le pazienti allo stesso modo. E' importante che il chirurgo estetico sia Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva, e che sappia pertanto offrire "opzioni chirurgiche" diverse a seconda delle "indicazioni" diverse da paziente a paziente.
Esami da eseguire.
Il Chirurgo richiederà una mammografia e/o un'ecografia e raccoglierà l’anamnesi (la storia clinica) della paziente (con particolare attenzione a precedenti allergici), richiederà gli esami ematochimici, un ECG ed eventuali dosaggi ormonali.
Il Chirurgo darà indicazione sui medicamenti da evitare (aspirina e simili, e pillola contraccettiva), e consiglierà l’astensione dal fumo.
Durante la consultazione medica bisogna parlare al proprio Chirurgo e fargli anche le domande che si è avuto il tempo di formulare a casa, di trascrivere su un foglietto, per esporle poi al momento della visita.
AVVERTENZA IMPORTANTE. Nel caso di una mastoplastica additiva (aumento del seno) eseguito con una protesi, non è possibile escludere la comparsa di un indurimento del seno (dovuto alla formazione di una capsula di tessuto fibroso intorno alla protesi): ciò infatti dipende dalle caratteristiche biologiche della paziente stessa (ed è come l’osservare una cicatrizzazione anomala nella sede di una sutura, in certi pazienti predisposti). L’abitudine di eseguire un massaggio del seno dopo l’intervento, così come certe accortezze chirurgiche, sembrano statisticamente ridurre il rischio di contrattura capsulare. Tuttavia la risposta biologica della paziente rimane unica ed individuale, è l’unica che conta, e rimane imprevedibile. (Vedi anche: “Mastoplastica Additiva”). Oggi si utilizzano anche farmaci (Zefirlukast) in grado di prevenire o ridurre la risposta immunitaria che genera la capsula periprotesica. Tuttavia, sono le caratteristiche genetiche di ogni singola paziente gli unici fattori che fanno la differenza.
Veniamo ora al nostro argomento di approfondimento.
MASTOPLASTICA RIDUTTIVA
Durata.
Quattro ore.
Anestesia.
Anestesia generale.
Indicazioni.
E’ l’intervento che serve a ridurre il volume di un seno grande e cadente per condizioni congenite od in seguito ad ingrassamento.
Intervento.
L’intervento riduce il volume del seno e gli restituisce forma tramite la rimozione della cute e del tessuto mammario in eccesso. In questa sede (se necessario) è possibile il ridimensionamento dell’areola. Il tessuto ghiandolare, il grasso e la cute in eccesso vengono rimossi ed il complesso “areola-capezzolo” viene riposizionato più in alto con i tessuti sottostanti. L’effetto è permanente (tranne che per un eccessivo aumento del seno per successive gravidanze, per disfunzioni ormonali, per uso di contraccettivi o per sensibili cambiamenti di peso).
Tipi di intervento.
Incisione verticale.
Incisione ad L.
Incisione a T rovesciata.
Il tipo di cicatrice dipende dalla conformazione del torace della paziente e dalle dimensioni (grandezza) del seno.
Il tipo di cicatrice dipende anche dalla tecnica chirurgica che viene scelta per quella specifica paziente. Poichè stiamo parlando di un seno grande che deve essere ridotto, la tecnica verrà scelta in base al tipo di mammella (cioè la sua forma: a base larga od a base stretta) (la sua consistenza: a prevalenza grassosa o fibrosa) ed alle caratteristiche della paziente (forma del torace) ed alla consuetudine o no al fumo (he è il vero killer della microcircolazione).
Excursus importante per la mastoplastica additiva, per la mastoplastica riduttiva e per la mastopessi.
Esiste una tecnica che utilizza il proprio tessuto mammario per costruire una endo-protesi (una specie di auto-trapianto). Tuttavia, per il buon successo di un atto chirurgico, è necessaria una corretta indicazione: in questo caso, questa tecnica si utilizza in caso di mammelle "cadenti" (cioè ptosiche) che se ricevessero semplicemente una protesi abituale in silicone diverrebbero sì “grandi” ma si troverebbero ad altezza di ombelico! (effetto "sasso nel calzino").
In questo caso, utilizzando la auto-protesi, si eviterebbe il problema. Ci sarebbe comunque una cicatrice verticale sotto l'areola.
Inoltre, si può anche (ed in contemporanea alla auto-protesi) posizionare la solita protesi di silicone: dipende dalla condizione di partenza, cioè dalla "indicazione" ( per esempio una paziente che ha "poco" tessuto ghiandolare e che perciò avrebbe una ben scarsa autoprotesi).
Altra possibilità è quella di sostenere la mammella con una pessi esterna, periareolare, che lascia una cicatrice intorno all'areola che si maschera nel passaggio di colore dalla cute dell'areola alla cute della mammella. Può essere fatta da sola; oppure può essere fatta in contemporanea al posizionamento della "solita" protesi in silicone.
- Resta comunque il fatto che non è possibile eseguire una riduzione o sospensione delle mammelle senza eseguire una incisione ("verticale", oppure a “T”, o ad “L”) sotto l’areola mammaria. -Solo casi specifici e senza eccessiva ptosi (“caduta”) delle mammelle possono essere risolti con tecnica periareolare (solo cicatrice intorno all’areola). Negli altri casi di “vera necessità di sospensione o riduzione mammaria” sarà necessaria una incisione (e perciò una cicatrice) sotto l’areola. E’ fondamentale parlarne con le pazienti.
Tecnica Operatoria.
A seconda della tecnica operatoria impiegata, il risultato finale comporterà una cicatrice attorno all’areola assieme ad una cicatrice a T rovesciata oppure ad L, oppure (se il caso clinico lo consente) ad una cicatrice verticale che va dall’areola al solco inframammario.
Quello che conta è il “montaggio” della ghiandola (dopo che il tessuto ghiandolare, il grasso e la cute in eccesso sono stati rimossi ed il complesso “areola-capezzolo” è stato riposizionato più in alto con i tessuti sottostanti): esistono varie tecniche per attuare questo montaggio della mammella. Il risultato finale sarà la cicatrice periareolare più una delle cictrici indicate (a T, ad L o verticale).
Dopo l’intervento. Convalescenza.
Anche se la Mastoplastica Riduttiva è spesso fatta dappertutto in regime di “chirurgia di un giorno” (cioè in una Day Surgery Clinic, con dimissione in serata), sarà il Chirurgo con l’anestesista a decidere (sulla base dell’importanza dell’intervento sostenuto) se trattenere la paziente in osservazione.
Il Chirurgo prescriverà medicazioni antidolorifiche ed antiinfiammatorie per qualche giorno. I punti di sutura sono rimossi in tempi successivi. I primi punti di sutura vengono rimossi dopo 7 – 10 giorni, e gli ultimi dopo 15 giorni.
Per favorire la guarigione è lo stesso Chirurgo che, al termine dell’intervento, posiziona una specifica medicazione elastocompressiva (un bendaggio elastocompressivo sarà imperativo per quattro – sette giorni). Alla paziente sarà poi consigliata una appropriata compressione da portare per alcune settimane dopo l’intervento con un reggiseno rimodellante.
Esso sarà infine sostituito con un semplice reggiseno di supporto (tipo “Criss-Cross”) per almeno un periodo di due – tre mesi (dipende da caso a caso).
Nella prima settimana è necessario evitare le docce e lavarsi tenendo bene asciutte le ferite.
La paziente dovrà evitare un’attività fisica marcata (evitando com’è logico di sollevare pesi, ma anche di stirare troppo in alto le braccia) per alcune settimane e fino a due mesi, in modo da garantire la “guarigione” della sutura di montaggio della ghiandola mammaria e di permettere alla cute ed alla ghiandola un adeguato riposizionamento su torace. Per circa tre mesi la paziente dovrà comunque usarsi dei “riguardi”.
Le cicatrici nell’arco di qualche mese diventano poco visibili; intorno all’areola è possibile eseguire un tatuaggio.
Sempre in agguato ed imprevedibile è la possibile risposta cicatriziale “esuberante”, che può portare alla formazione di cheloidi.
Il Chirurgo informerà la paziente sui tempi di ripresa della normale attività lavorativa.
Si rammenta che la Mastoplastica Riduttiva è un intervento di Chirurgia Maggiore.
Si rammenta che il processo di guarigione delle ferite è un processo graduale e che possono volerci diverse settimane prima che la paziente si senta “nuova”.